Mese: Novembre 2013

  • Una ricarica e mezzo

    Come promesso, vi mostro innanzitutto la foto della batteria BMW sotto ricarica. Era carica ad un quarto e sta ancora caricando. La cosa divertente sono i dati che leggete di seguito:

    Ho acquisto la moto nel settembre 2013

    La moto è del 2010

    La batteria dovrebbe esser stata montata entro il 2011

    La batteria è stata ricaricata (suppongo la prima volta) nel 2009

    IMG_0665

    Fondamentalmente non ci sarebbero anomalie in questo, se non per il fatto che dopo dal 2010 ad oggi sono passati 3 anni e forse, con l’acquisto, avrebbero potuto cambiarla.

  • Arriva il freddo e se ne vanno le batterie !

    Arriva il freddo e se ne vanno le batterie !

    Pare sia risaputo che le moto BMW GS soffrano di un piccolo “difetto”. Con l’arrivo del freddo, perdano la capacità di accendersi “a freddo”. La batteria, in sostanza, non sembra essere di particolare qualità. Un fenomeno che, personalmente, trovo piuttosto curioso se considerassimo il fatto che in Germania ci sono temperature ben più rigide che in Italia. Ad ogni modo, girovagando nei forum, mi sono fatto un’idea molto chiara del problema e ho scelto una soluzione che vorrei raccomandarvi.

    In sostanza il problema riguarda l’accensione a freddo. Il GS effettua il pre-ride correttamente ma quando si va ad accendere il motore, un rumore metallico sostituisce il rombo, seguito subito dopo da un singhiozzo smorzato. A questo punto, se tutto va bene, il motore tedesco parte. Altrimenti, come molti utenti hanno riferito, c’è il silenzio. È da tenere presente che il problema si verifica a freddo e non a caldo e quindi una volta partita la moto è “inarrestabile”.

    Per risolvere il problema ho provveduto al cambio della batteria con una al litio: molto più leggera e compatibile con il GS come è possibile leggere da questa descrizione. Vi farò sapere come funziona questo nuovo gioiello ma intanto godiamoci il natale e le batterie “tropicali” della BMW!

    httpv://www.youtube.com/watch?v=ZUf_bkyXXvs

  • Imparare a fare Off-Road? Enduro Camp!

    Oggi vorrei parlarvi di un’iniziativa fantastica. Si chiama “Enduro Camp” ed è una scuola per imparare il fuori strada. L’iniziativa è promossa da Motorex, Marmorata Machine, Moto Days e Run X Fun. I corsi di avviamento si articolano su 3 giorni con base presso la sede di Orte (VT) ed il programma sarà il seguente:

    • Venerdì sera ritrovo ad Orte e, durante la cena, i tecnici di Run For Fun monteranno gomme adeguate sulle moto dei partecipanti.
    • Sabato e domenica mattina verranno dedicati alla didattica ed alle uscite su itinerari specifici senza la presenza di mulattiere feroci e la domenica pomeriggio le moto verranno risommate con le coperture originarie.

    Durante l’anno verranno organizzate uscite di livello superiore dedicate a chi ha già frequentato uno dei corsi di avviamento, per perfezionare la propria tecnica di guida. Ovviamente c’è la possibilità di noleggio di moto ed attrezzature direttamente presso la sede centrale.

    Per maggiori informazioni:

    http://www.runxfun.it

    info@runxfun.it

    +39 348 3311582

  • Moto mia ma quanto mi costi?

    Moto mia ma quanto mi costi?

    Oggi vorrei parlarvi di una delle principali ragioni/credenze che spingono le persone potenzialmente appassionate alle moto, a non avvicinarsi a questo fantastico mondo: i costi.  Tutto ruota intorno ad un’affermazione piuttosto scontata:

    La moto è un mezzo costoso

    Lungi da me cercare di dimostrare il contrario. Sarebbe impossibile sul piano prettamente numerico. La moto è un mezzo molto costoso ma, e questo è altrettanto vero, è un mezzo che vive di controsensi. Un motociclista appassionato si diverte anche quando piove, quando fa freddo, quando ci sono curve e tornanti impegnativi. Questo perché la moto è, a differenza della macchina, un mezzo estremamente più “intimo” e personale. L’esperienza di guida cambia così tanto da rendere ogni esperienza unica. Un cambio gomme, per un motociclista, diviene un momento di assoluta criticità paragonabile all’appuntamento che le donne prendono con il loro parrucchiere.

    Una moto costa, mediamente, 2.500 – 3.500 euro all’anno tutto incluso (assicurazione, bollo, rifornimenti, etc…). Stiamo parlando di un 750 sportivo (230Km di autonomia) , guidato da un ragazzo di 25 anni, tutti i giorni dell’anno. Il costo è, in gran parte, fatto lievitare da un’assicurazione che si conquista circa il 70% del peso della spesa se confrontato con le altre tipologie di voci (accessori, manutenzione, etc…).

    Questo costo, però, è comprensivo di un valore intangibile: il benessere. Il motociclista gode nel guidare un mezzo in cui può ritrovarsi e questo avviene tanto in una strada assolata, quanto nella difficoltà di una città trafficata e sommersa dalla pioggia. In sostanza il costo è compensato di un piacere che, diciamoci la verità, in macchina non si prova quasi più se non andando fuori città o in tarda notte, quando le strade sono deserte e i semafori lampeggianti.

    Ma si possono abbattere i costi?

    Nel mondo motociclistico, ad eccezione del ramo assicurativo (vera spada di Damocle), i costi ormai oscillano in tutte le direzioni. I prodotti più anonimi e commerciali, che garantiscono una qualità discreta, sono accessibili a tutti. Il prezzo poi può salire fino a pagare un paio di guanti circa 1000 euro. Una spesa forse eccessiva ma che garantisce che le vostre mani siano salve anche superati i 150 chilometri orari mentre correte in pista. La vostra sicurezza ha un prezzo che dovete stabilire voi!

    Gli abiti da pioggia sono la stessa cosa. Avete il nylon: poco costoso, assolutamente protettivo dall’acqua, che si trasforma in una camera per farvi sudare non appena avete chiuso metà cerniera.

    Poi c’è la cordura. Apparentemente spacciata per impermeabile, in realtà parzialmente impermeabile perché tollerante ad un’elevata colonna d’acqua e poi…poi diventa come latte e pan di stelle. Una pappetta umida.

    Ingine c’è il goretex. Impermeabile, salvo conche d’acqua stagnante nelle pieghe della giacca, e traspirante. Bello vero? Il tessuto più costoso ma, con una grande resistenza e durabilità.

    Ma il paradosso è quando si è principianti, nell’auspicare un risparmio e per la poca esperienza, si finisce per commettere degli errori madornali. Si comprano prodotti appena discreti, si è costretti a ricomprare abiti con, però, una qualità superiore. Insomma, si spende il doppio. Non fatevi intimorire dalle spese. Basta una buona pianificazione e l’intelligenza di ricordare che nessuno vi regala niente. Un investimento iniziale sull’attrezzatura e l’accortezza nell’utilizzo vi faranno risparmiare soldi. Non lasciatevi intimorire quindi e ricordate che nessun’auto (o quasi nessuna) potrà regalarvi quella sensazione di libertà che una moto può darvi anche solo accendendo il motore.

  • Valigie laterali: l’odissea finisce…vincono le Trax

    Questo pomeriggio è finita l’odissea delle valigie laterali in alluminio. È finita con la mia moto dentro il negozio Marmorata. Il preziosissimo Paolo, guardando il terminale Akrapovic, mi ha detto queste testuali parole:

    Il kit Trax è compatibile. Mi ci gioco mia nonna.

    Tutto sta nel capire se la nonna di Paolo è viva…scherzi a parte, essendo venuto a piovere, mi ha detto direttamente:

    Metti la moto in negozio. Ti monto io tutto.

    E con queste premesse il BMW GS 800 F è entrato nel negozio di Marmorata e Paolo ha iniziato a montare il tutto. Vi confermo che:

    1. Il telaio Trax è compatibile con il terminale Akrapovic
    2. L’installazione è compatibile con la piastra per il toccasse vario di BMW. Quindi, per farla semplice, avrete la vostra valigia in alluminio, senza dover rinunciare al topcase della marca tedesca.

    Il prezzo? 475,00 euro compreso di:

    1. Telaio rimovibile SW Motech
    2. Borsa sinistra da 33 litri
    3. Serratura di bloccaggio al telaio e di serratura di bloccaggio della valigia.

    Tempo di installazione un’ora e quaranta minuti comodi a chiacchierare con tutta la calma del mondo.

  • Hepco&Becker fallisce con le valigie Gobi ecco perché….

    Qualche settimana fa nell’articolo relativo alla compatibilità delle valigie in alluminio ed il terminale Akrapovic, un utente di nome Roberto lasciò un commento molto prezioso in cui, tra l’altro, parlava delle famose :

    Le valigie che tu hai proposto (Hepco&Becker, Gobi) non sono bellissime, rispetto le meravigliose MyTech, ma alla fine, ha senso spendere un patrimonio per poi ritrovarsi con le valigie aperte SOLO perché la “bimba pachiderma” ha deciso di farsi un riposino? Credo che venderò il kit MyTech presto, per acquistare le Gobi. Brutte ma comode e resistenti.

    Avevo chiesto a Roberto, via mail di tenermi aggiornato e questa sera, con una lodevole solerzia, Roberto è tornato a farsi sentire dandomi una notizia a dir poco sconcertante. Leggete qui:

    Ciao Iena, news sulle GOBI. Da un rivenditore molto affidabile ed onesto, ho saputo che le GOBI a lungo andare, cominciano a perdere aderenza sugli attacchi con conseguenti scricchioli, rumori e vibrazioni come si dovessero staccare da un momento all’altro. In particolare ciò avviene quando le GOBI vengono lasciate sotto il sole, abbastanza ovvio per le moto (non credi?). Inoltre pesano un botto rispetto altre soluzioni. In particolare il rivenditore Wunderlich, mi ha detto che oltre tre clienti hanno riscontrato il problema sopra esposto con conseguente richiesta di cambio in garanzia. Cambiate, ma dopo un po’ solito problema di prima ;-( Sto valutando le Xplorer sempre della Hepco. Vedremo. Ciao. Roberto

    La testimonianza ri Roberto è importante e per questo non mi stancherò mai di ringraziarlo. Questo blog è utile grazie anche ai vostri commenti e alla vostra collaborazione. Bene Roberto, risponderò con piacere alla tua domanda. Essenzialmente il problema è semplice: le Gobi sono di plastica e il sole tende a spaccare la plastica. Può volerci più tempo ma la plastica al sole si cristallizza e si spacca. Non mi sorprende ed è stato, da sempre, un elemento che mi ha fatto dubitare delle Gobi oltre a quello, più logico, che se ti si storce l’alluminio forse riesci a raddrizzarlo con qualche martellata ma la plastica è “andata” e in viaggio potrebbe essere un problema.

    Nel frattempo invece, vi segnalo che mi ha scritto la Touratech confermandomi piena compatibilità tra il terminale Akrapovic e le valige Zega Pro. Ecco il messaggio:

    Buongiorno Non vi sono problemi con il terminale Akra da lei installato. Saluti G.

    Detto questo, e ringraziando nuovamente Roberto per la collaborazione, mi auguro che nessuno di voi, al momento, abbia fatto l’acquisto delle Gobi e speriamo che in futuro la Hepco&Becker possa risolvere il problema.

  • Un airbag per i motociclisti

    Un airbag per i motociclisti

    Oggi vorrei parlarvi di un prodotto di cui sono stato scettico per molto tempo. Per la prima volta, però, ho avuto modo di confrontarmi con una soluzione ben riuscita. Si tratta di un gilet-airbag da indossare sopra le giacche che normalmente siamo soliti portare. Questo prodotto si attiva mediante la classica spoletta meccanica che, allo sgancio, gonfia in 0,8 secondi un airbag che va a copertura di tutta la schiena, incluse le prime cinque vertebre cervicali, tristemente note per essere coinvolte in pesanti traumi (proprio dal casco a volte). Il prodotto non ha un costo eccessivo (417 euro circa) a fronte del fatto che è possibile ricaricarlo e riutilizzarlo in qualsiasi momento tramite una comune bomboletta di Co2. Vi consiglio, però, di vedere il video perché vengono mostrate tutte le procedure che interessano il prodotto. Attivazione, scarico, cambio bombola, insomma tutto quanto. Spero che questo possa tornarvi utile e, mi raccomando, prudenza! Tutte le altre informazioni anche qui: http://www.motoairbag.com

    httpv://www.youtube.com/watch?v=qls20ll9eoE

    httpv://www.youtube.com/watch?v=l79vwhgv8ZQ

  • Il motociclista legge l’asfalto

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    Questa mattina a Roma pioveva. Una pioggia sottile dopo una nottata di temporale. Vi lascio immaginare in che stato era il manto stradale. Buche che si sono generate la note, detriti di varia natura, frammenti di asfalto che sembra la polvere dei Pan di Stelle. Insomma, il panico. Se a questo aggiungete che, per pagare di meno, la pulizia delle strade viene effettuata la mattina tra le 08:00 e le 08:30, con acqua saponata (anche oggi che pioveva), comprenderete bene quanto sia importante per un motociclista, saper “leggere l’asfalto”.

    D’altronde chi porta una moto lo sa: il timore più grande è la macchia d’olio, seguita dal brecciolino e, a sua volta, dai sampietrini (bagnati sono tremendi). Mi sento di dare qualche consiglio, soprattutto a chi approccia la moto solo quando è bel tempo. Una serie di piccoli consigli che, a mio avviso, vi faranno campare più a lungo all’interno di una giungla metropolitana come Roma (che, quanto al traffico, non ha niente a che invidiare a Napoli).

    1. Guidate con prudenza. So che sembra una cosa retorica ma lasciatevelo dire da chi ha avuto più di tre incidenti: la distanza di sicurezza è sempre insufficiente. Se ve ne private, vi priverete anche della possibilità di tentare una manovra evasiva.
    2. Indossate indumenti consoni. Ricordate sempre che le principali cause di morte sono il trauma alla testa e quello alla schiena.
    3. Evitate di essere in linea con macchine e motorini. Se inchiodassero le prime rischierebbero di diventare un’ostacolo che non riuscireste a scansare. I secondi si metterebbero di traverso con danni non indifferenti.
    4. Evitate il brecciolino, se doveste passarci sopra per forza rallentate.
    5. Controllate il manto stradale avendo cura di evitare pozze d’acqua (non sapete quanto sono profonde e cosa ci sia sotto).
    6. Evitate il metallo, perché tombini e grate fanno perdere immediatamente aderenza alla ruota.
    7. Dosate bene il freno posteriore perché gran parte del peso è posizionato dietro e quindi la ruota tende ad andare più facilmente in bloccaggio (specialmente sui sampietrini bagnati).
    8. Tenete il motore tirato, specialmente il due cilindri può avvantaggiarsi del freno-motore. Usatelo, è importante. Farete lavorare meno il freno posteriore e avrete un rallentamento più lineare.
    9. Mettetevi in condizione di non dover affrontare la moto. Significa evitate di trovarvi nella condizione di doverla recuperare facendo, ad esempio, una piega eccessivamente brusca su una strada bagnata. Ricordatevi che recuperare una moto può essere estremamente difficile in determinate condizioni.
    10. In caso di caduta, e questo vale sempre, evitare di rimanere attaccati alla moto. Le vostre gambe saranno sotto la moto e lei è di plastica, ferro e acciaio. Una volta a terra non rialzatevi ed impedite (se rimanete coscienti ovviamente) a chiunque di togliervi il casco anche se voi ritenete di star bene. 
    11. Ricordate che ci sono gli altri. Abbiate sempre un’occhio di sfiducia e timore verso la vostra moto e gli altri. Vi aiuterà a mantenere la guardia alta e a rimanere vigili ma ricordate sempre che nelle macchine accanto alle quali passate, ci sono anche bambini. Se proprio dovete fare una manovra azzardata, prendetevi qualche istante per capire chi state mettendo a rischio.

    Buona guida ragazzi.

  • Gita: monte Guadagnolo

    Carissimi volevo condividere con voi l’esito di una gita inaspettata che mi sono trovato a fare questa mattina. Nonostante il giorno di festa avevo un appuntamento di lavoro, saltato per clemenza del cliente e quindi, di punto in bianco, mi sono ritrovato con un GS carico di benzina, un maglione nel topcase e un pranzo caldo dentro lo zaino. Insomma, i presupposti c’erano tutti per accendere il TOMTOM e puntare il dito. Sono andato sul monte Guadagnolo, ad un’ora e mezza di macchina da Roma e molto vicino a Subiaco. Vi dico subito che il viaggio, traffico permettendo per uscire da Roma, è molto piacevole. Un numero discreto ma non fastidioso di motociclisti rende il tutto particolarmente gradevole. Diciamo che la strada che ho scelto parte da via Prenestina e si snoda fino al monte guadagnolo. Qui potete vedere il percorso: http://goo.gl/maps/Crb8a

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