Italia-Spagna: Giorni 1 e 2 – 20 ore di traghetto e Barcellona

Ve lo avevo accennato nei precedenti post. Questo viaggio è stato caratterizzato dalla scelta di usare il traghetto come mezzo di trasporto per la Spagna. Così è stato e benchè all’andata abbiamo preso le poltrone (spendendo 70 euro in più circa), ce ne siamo un po’ pentiti. Leggete perchè…

Dovete capire un concetto sopra tutti gli altri: viaggiamo in moto, viaggiamo in modo spartano. Se pensate di passare 20 ore al buio (perchè questo è stato), tra gente che dorme sulla poltrone, gente che vomita (perchè ci è capitato anche questo) e gente che russa, ebbene non siete come noi. Alle 3.30 di notte io vagavo per la nave nella speranza di vedere qualcosa che mi stupisse e, al di là del carnaio di persone buttate su sacchi a pelo, materassini gonfiabili e lettini da campo, ho dovuto attendere fino alle 5.30 prima di vedere l’attracco della nave a Porto Torres. Fatta una colazione al bar della nave, mi sono gustato il resto della mattinata lasciando a Laura anche la mia poltrona sulla quale sdraiarsi.

Ma quando anche lei si è sveglita, è stato un continuo vagare alla ricerca di un posto migliore nel quale dormire. Un posto che fosse fresco ma senza troppo vento. I posti migliori erano già stati presi e così, dopo averla lasciata su un lettino in cima alla nave e dopo aver tentato invano di raccattare un pacchetto di fazzoletti spazzato via dal vento nell’acqua (purtroppo non siamo riusciti ad impedirlo), mi sono ritrovato sdraiato in un corridoio, a terra, sul poncho. Ebbene, credetemi, vale la pena provare: la gente vi guarda con un misto di sdegno ma anche di sottile ammirazione perchè voi…voi siete temerari. In realtà voi avete solo un sonno fottuto e cercate un posto comodo nel quale riposare, possibilmente lontano da bambini urlanti e da pavimenti troppo duri.

Credetemi, quel posto esiste ed è il retro della nave. Dove vi arrivano schizzi vaporizzati di acqua di mare, unita ad un venticello che impedisce al sole di cuocervi. Per carità, quando ci siamo rialzati mancavano due ore all’arrivo ed eravamo così coperti di sale che quando passavamo la lingua sulle labbra sembrava che ci avessero condito. Mi sono sentito tanto un pesce…il pesce al sale.

Comunque, siamo arrivati a Barcellona, stiamo bene e degli amici di Laura si sono dimostrati degli angeli custodi. Ci terranno la moto in garage per i prossimi 3 giorni. Nel frattempo lasciate che vi dia qualche informazione che per noi si è rivelata utile:

Traghetto: come imbarcarsi

Fate il biglietto online? Vi presentate all’orario richiesto dalla compagnia? Ebbene, non basta perchè per alcune tratte è necessario recarsi in un terinal in porto e fare il check-in. Operazione abbastanza facile che, però, può diventare lunga quando avete 30 persone in fila. Generalmente ci è parso di capire che il checkin viene fatto per i paesi in cui vale il principio dell’espatrio, non certo per Porto Torres.

La moto l’hanno legata senza dircelo. Ci hanno spedito al piano di sopra e hanno legato le moto e, a dispetto di quanto ho sentito, lo hanno fatto bene. Passando le cinghie a cricchetto con cura nel para-telaio. Ottimo lavoro.

Traghetto: cosa vi serve

20 ore sono tante. Dopo le prime 10 vedrete Bill Cosby aggirarsi per le sale della nave e Giuseppe di Arimatea dire messa. State sereni, trovatevi un angoletto e dormite o rilassatevi. C’è il casinò, c’è la SPA, c’è il piano bar ma vi assicuro che se siete di quelli che non riescono a dormire, ve ne fotterete di tutta questa roba e penserete solo a far passare più velocemente il tempo.

Molti non scaricano nei bagni e sapete perchè? Non trovano il tasto. Nella Grimaldi il tasto dello sciacquone è dietro le tavolette. Dovete abbassarle tutte. Probabilmente fu progettato da qualche nano. Fatto sta che l’effetto è identico a quello dell’aereo.

Ah! I bagni vengono puliti regolarmente, il servizio a bordo è stato eccellente. Scusate ma è giusto dirlo.

Traghetto: costi dei servizi

La regola è semplice: ciò che sembra costoso non lo è e quello che in realtà dovrebbe valere due spicci, ve lo faranno pagare un mondo. Così una colazione di 1 ACE e 1 cornetto viene 4 euro mentre 3 ore alla SPA con Jacuzzi e massaggio viene 20 euro.

 

Barcellona: guida, taxi e tariffe

Come vi dicevo siamo arrivati a Barcellona. Gli spagnoli guidano male. Guidano come gli italiani ma in modo nettamente più imprudente. Tuttavia in città c’è poco da correre. Incontrerete un semaforo ogni 30-50 metri e non sto scherzando. Preparatevi a questo. Ci sono semafori anche nelle rotonde (un incrocio tra Italia e Francia). I parcheggi a pagamento costano un occhio della testa: 20-25 euro al giorno anche per la moto ma i posteggi regolari sono veramente molti. Potete lasciarla in una vita trafficata anche di sera e stare tranquilli.

I segnali stradali non vi dicono quello che potete fare ma quello che non potete fare. Vi capiterà di arrivare ad un incrocio e, invece di trovare la segnaletica che vi indica dove svoltare, troverete un segnale di svolta a destra sbarrato. Questo significa che potrete andare dritto, svoltare a sinistra ma non a destra. Occhio perchè questo è indicativo: in Europa neanche la segnaletica stradale è uguale.

Come ho scritto noi abbiamo lasciato la moto in buone mani e per tornare abbiamo deciso di prendere un taxi…ebbene attenti! I taxi hanno un numero nell’insegna vicino al tettuccio. Si tratta della tariffa che applicano. Generalmente sono molto economici, la sera scatta la tariffa 3 che, per fare 7 km, richiede circa 16 euro. Non è moltissimo ma il problema è che la tariffa è a tempo e i continui semafori rossi giocano a vostro sfavore. Comunque sì, rispetto a città come Roma, il taxi costa nettamente di meno.

 

Sulla città vi sapremo dire di più nei prossimi 2 giorni. Restate sintonizzati e…scusate ma ora vado a dormire.

 


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