Italia-Portogallo: giorno 04 – Da Madrid a Guimaraes

Voi non potete neanche immaginare che cosa sia successo oggi e, vi assicuro, dovrete attendere tutto il post per farvi un’idea. Non vi preannuncio niente, ma vi posso assicurare che è stata una giornata al limite del normale.

Questa mattina ci siamo fermati in un posto poco lontano da Madrid per fare colazione. Un bar “tipico”, vecchio stampo e abbiamo deciso di fare colazione lì proprio perché sapevamo che la giornata sarebbe stata lunga…molto lunga.

Salamanca

Arriviamo a Salamanca qualche ora dopo. La città è ben organizzata, con un centro storico molto facile da girare e delle visite guidate assolutamente gradevoli. Vi raccomandiamo di fare la visita guidata del Convento di San Esteban dove sarete accolti da un chiostro molto bello e dal quale avrete accesso a molte stanze dal valore culturale a dir poco importanti.

In tre ore siamo riusciti a vedere molto poco di Salamanca ma le attrazioni principali ce le siamo fatti, compresa la salita sui campanili della Scala Coeli della Torre della Clerecia.

Per arrivare in Portogallo Laura decide di prendere una strada diversa dall’autovia (la strada statale) e così ne prendiamo una provinciale che, ovviamente, ci ha fatto allungare un pochino ma ci ha regalato emozioni fortissime. Vi raccomando pertanto di provare la N-631 che, insieme alla A-525 ci ha portato in scenari agresti meravigliosi. Poiché queste strade sono fatte per accogliere i camminatori del santuario di Santiago del Compostela, molto spesso si trovano i cartelli che li guidano. Una piccola chiesa ci ha portato fuori strada per qualche rapida foto.

 

Il Portogallo…il delirio

Come molti di voi sapranno, uno dei nostri problemi principali era il sistema di pedaggi del Portogallo. Quanto segue è un rendiconto preciso (forse includente anche di parolacce) della nostra avventura. Entrando da nord ci siamo imbattuti quasi subito dopo il confine, nella EasyTollStation, una stradina laterale dell’autostrada, nella quale (in teoria) sarebbe possibile sottoscrivere un contratto di questo tipo: tu infili la carta di credito, io ti fotografo la targa e tutte le volte che passi sotto un casello, io ti scalo i soldi. Essenzialmente funziona così…essenzialmente.

Perché quello che non vi diranno mai è che questo sistema, che accetta solo Visa e MasterCard, in realtà accetta solo “carte di credito pure”. Sono escluse:

  • Carte di debito
  • Carte prepagate
  • Carte prepagate seppur su circuito Visa

In sostanza questo sistema vuole solo carte di credito pure. Premendo il delicato tasto i con il quale chiedere informazioni, siamo stati accolti da un operatore dopo 5 minuti di attesa circa (ricordate che siete ad un casello e che quindi le macchine dietro di voi arrivano e si accodano).

L’operatore ci rassicura e ci dice di andare più avanti che ci sarà una stazione di servizio a cui pagare i caselli futuri che oltrepasseremo e comprare una toll card che, altro non è, che una prepagata tipo ViaCard italiana. Preoccupati e rammaricati dall’accaduto ci addentriamo nel Portogallo accompagnati solamente da un tramonto meraviglioso e da alcune nuvole nere…ebbene…era solo l’inizio.

Scopriamo, poco dopo, che il pagamento dei pedaggi può esser fatto presso gli uffici postali (sacrificando un’intera mattinata) oppure nelle stazioni lungo le autostrade a non in tutte, solo in quelle arancioni chiamate GALP. Così ne cerchiamo una lungo il percorso e ci dirigiamo di gran carriera lì, allungando di circa 15 km. Quando arriviamo, dopo aver lasciato l’autostrada e aver pagato 3,50 euro di pedaggio ad un’altra compagnia autostradale (eh sì perché non ce n’è solo una), ci troviamo davanti ad un hotel malandato nel mezzo del nulla. Capisco già che tira una brutta aria quando, a ricevermi, arriva un ragazzetto sulla ventina dotato di buone intenzioni ma con un ufficio che cade a pezzi. Infatti, oltre a non parlare una parola di inglese, né una di spagnolo, mi conferma che loro non posso pagare il pedaggio, che solo alcune stazioni GALP possono farlo.

Mentre stiamo per risalire in auto, Laura realizza che il costo della benzina è superiore a quello di Roma e, volendo documentare il fatto neanche fosse Enzo Biagi, decide di fare una fotografia dalla quale scaturisce l’intimidazione di un donnone che le chiede perché stesse scattando la foto e vietandole di scattarle. Voi non potete capire bene la sensazione di “contenimento” e lo sforzo che ho fatto per non tirare una capocciata a quella donna che sembrava  Peppone (quello di Don Camillo) con le tette. Laura, chiaramente preoccupata, rimonta in macchina dopo averle fatto vedere che aveva cancellato la foto. In effetti anche io non mi sentivo esattamente a mio agio. Eravamo entrati da meno di un’ora e avevamo già problemi da gestire, non ultimo il pagamento del maledetto pedaggio. Decidiamo di proseguire fino a Guimaraes senza altre soste, cercando conforto in hotel.

Guimaraes

Arriviamo in una città bloccata da chissà quale festa, l’unica strada apparentemente chiusa è quella che porta al nostro albergo. Io ho chiare difficoltà a contenere la rabbia e quindi, cercando di mantenermi calmo, invito Laura a cercare posto ma niente, non troviamo un buco adatto neanche per la Smart. Non ne sta andando dritta una e cominciano le punzecchiature tra di noi. Poco prima di arrivare, tra l’altro, avevamo chiesto informazioni sul pagamento ad un altro benzinaio GALP ma senza successo…

A quel punto acchiappo il navigatore, cambio itinerario e porto Laura in una stradina limitrofa che confina con l’albergo e, dopo aver preso i bagagli, iniziamo un’assurda conversazione con il consierge. Questa donna, oltre a non sapere una mazza di quello che stava succedendo nella sua città, esattamente dietro al suo albergo, non sapeva nulla neanche delle modalità di pagamento di questo stramaledetto pedaggio.

Ancora più provati dalla situazione decidiamo di lasciare i bagagli in camera e andare a mangiare una cosa fuori ma tutti i ristoranti che abbiamo provato ad eccezione di uno, erano chiusi (alle 10:00 a Guimaraes sono aperti pub e pasticcerie).

Alla fine entriamo in un locale ed entriamo in simpatia ad un cameriere straniero (unico parlante inglese) che ci dice che la calca delle persone che vedevamo per strada partecipavano come spettatori ad una parata cittadina e che alle poste dovevamo dedicare un’intera mattinata.

Io ho odiato il Portogallo fino a quando:

  1. La cameriera del locale è entrata “nelle grazie” di Laura che ha minacciato di staccarle la coda e prendercela a frustate se mi avesse guardato ancora sottecchi. Vi assicuro che io ero troppo stanco per notarla.
  2. Il cameriere si è occupato di noi con cordialità.
  3. Quando è iniziato il delirio…

Tutta Guimaraes era appostata ai bordi di una strada in attesa di quella che viene considerata la parata più importante della città: una sfilata di carri allegorici dal sapore sarcastico-politico e culturale che ci ha fatto ammazzare dalle risate. Così in quel momento ho realizzato una cosa: se fossimo arrivati prima probabilmente non l’avremmo vista. Vi lascio al video e alle foto!

 


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