Lecce: giorno 2

La sveglia suona troppo presto, mentre gli echi della serata precedente si fanno ancora spazio tra i sogni. Ora sì, ora sento le sei ore di viaggio sulle spalle ma l’intelligenza è stata andare in farmacia e comprare una scatolina di Okitask.

Avete visto le immagini del giorno 1, ebbene vivere a metà tra due chiese significa sentire il doppio delle campane. In fondo però una sveglia vale l’altra e quindi alla fine sono uscito presto: le strade alle 08:30 sono popolate da spazzini intenti a ripulire la movida della notte precedente e da qualche intrepido turista che sfida nuovamente il brutto tempo incombente.

I vicoli deserti della mattina stridono con il fragore della folla della sera

Decido di fare una cosa che mi concedo sempre quando viaggio: perdermi. Metto il cellulare in tasca e, semplicemente, cammino senza meta. M’imbatto così in palazzi e cortili semplicemente meravigliosi e man mano che il mal tempo prende il sopravvento, la città cambia colore diventando più gialla. Eppure c’è una vita (quella che vedete in foto tra l’altro) in cui potete notare una differenza sostanziale di colorazione da un lato all’altro. Dentro di me spero di poter vedere la città sotto un accecante luce estiva per capire la potenza di questa pietra così speciale. Vediamo di saperne qualcosa di più:

La pietra leccese, di formazione calcarea risalente al Miocenico, ossia niente poco di meno che a 21 milioni di anni fa, è una delle principali pietre che costituiscono l’architettura salentina, con una struttura, colore e compattezza uniche. Tra le particolarità di questa pietra c’è senza dubbio il contenere, nella formazione stessa, frammenti di conchiglie, piccoli fossili che arricchiscono geologicamente la struttura, ma anche argille, quarzi che si aggiungono a una serie di minerali che la fortificano e la rendono ancora più affascinante.

Fonte: Nel Salento.com (link)

Evito, per quanto possibile, i vicoli dei turisti e viaggio tra quelli più silenziosi e apparentemente meno turistici. In realtà meriterebbero di essere visitati tutti, perchè sono notevoli. Guardate la bellezza dei cortili interni e i dettagli delle balconate. Il centro storico di Lecce è qualcosa che unisce eleganza e pulizia visiva senza venire meno ad una complessità che talvolta è nelle forme e talvolta è nella tecnica architettonica.

L’apparente semplicità di questo cortile interno è controbilanciata da le finiture di quella piccola cornice sopra la porta che, probabilmente, accoglieva un’immagine sacra o uno stemma araldico. Frequenti sono le balconate con archi che conferiscono agli edifici qualcosa di fiabesco e, talvolta, arabeggiante. Notate nella foto di seguito l’integrazione tra due edifici costruiti con tecniche diverse ma comunque abbastanza bene integrati.

Alessandro, un amico che ho qui sul posto, mi diceva che Francesi e Tedeschi hanno investito moltissimo nel centro storico leccese, acquistando palazzi e provvedendo alla loro ristrutturazione cercando di preservarne la qualità originaria. La foto seguente vi restituirà meglio l’idea di ciò che intendo dire: guardate la pulizia delle forme geometriche accostate agli archi morbidi dei balconi e alle forme semplici ma eleganti dei parapetti. C’è un’irregolarità piacevolmente fusa tra una forma e l’altra.

Perdendosi nei vicoli non è inusuale scoprire palazzi e chiese perfettamente incastonate nello scenario. Io sono di Roma e molte chiese si “staccano” dai palazzi vicini per colore, architettura, materiali e invece qui i materiali conferiscono una continuità rotta solo dalla complessità delle forme. L’impatto finale è una magnifica sorpresa che il turista attento scopre girando tra un vicolo e l’altro.

La pioggia inizia a cadere ma è quella leggera ed è solo l’inizio: tra poche ore qui ci sarà una bella bomba d’acqua. Decido di rientrare dopo essere andato a salutare alcuni amici facendogli una sorpresa. L’ultima foto prima di rientrare in albergo per il pomeriggio la scatto ad un leccese DOC, anche lui intento ad osservarmi.

All’ora di pranzo il cielo si è aperto nuovamente e la tanto ricercata luce è tornata ad illuminare i palazzi. Alla ricerca di qualcosa di buono da mangiare mi rifugio tra i tavolini di un locale non troppo distante. Il menu offre tante cose buone ma io mi concentro su due.

La prima è una lasagna fatta in casa dal sapore ottimo. Il secondo è una terrina di bocconcini di carne di cavallo. A Lecce la carne di cavallo si trova spesso ed è molto saporita, ovviamente deve essere sempre di qualità.


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