RECENSIONE: “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”

Qualche sera fa, sul tavolo della mia camera da letto, ho trovato il famoso libro di Robert M. Pirsig “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” ve ne parlo cercando di illustrarvi quello che ho recepito dalla lettura, ringraziando mio padre per il prezioso regalo.

Partiamo dal principio: questo libro è un must per coloro che cercano letteratura motociclistica. Siamo nel 1974 quando esce la prima edizione di questo piccolo capolavoro per gli amanti delle due ruote e Pirsig era un viaggiatore come ce ne sono pochi: un viaggiatore “emotivo”.

Robert M. Pirsig è nato nel 1928 a Minneapolis da una famiglia di ascendenze tedesche e svedesi. Il suo primo libro, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (1974; Adelphi, 1981) – oggi riconosciuto come uno dei rari libri che rimangono della letteratura americana recente – è stato seguito da un lungo e rigoroso silenzio, interrotto nel 1991 dalla pubblicazione di Lila (Adelphi 1992).

Ma che cosa ha di speciale questo libro il cui titolo si trova in tutti i forum di motociclisti? Apparentemente niente di super tecnico, anzi…è un libro alla portata di tutti, soprattutto dei non motociclisti. Perché Pirsig non amava semplicemente portare la moto, amava viaggiare in moto.

In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore sei nella scena.

Il testo descrive viaggi fatti con amici e con il figlio, e non solo (non vi tolgo il divertimento).  Però questo libro è qualcosa di più…

..questo libro narra anche la storia di un uomo a cui lo stato ha tolto un’identità, si avete capito bene. Riconosciuto soggetto affetto da malattia mentale, è stato sottoposto ad terapia elettroconvulsivante (elettroshock) e questo fece sparire parte della sua vita passata, sotterrandone i dettagli sotto la nuova identità. Durante il viaggio però capita qualcosa…qualcosa che riconosce a fatica ma che ha tratti assolutamente unici. Riconosce che l’essere che abitava prima nella sua mente, e di cui ormai lui non ricorda nulla, è stato in quei luoghi e, come cercando un fantasma, prova disperatamente a stendere un ponte tra la sua nuova identità e quella passata.

Vi assicuro che Robert Pirsig ha un’unica colpa: quella di essere forse troppo intelligente e veramente troppo sensibile. Perché da quello che leggerete, vi troverete davanti ad un individuo la cui visione del mondo è così tanto colta, profonda e al contempo semplice, da lasciarvi piacevolmente sorpresi.

Sono 402 pagine scorrevolissime e molto piacevoli da leggere. Ve lo posso solo raccomandare Adelphi lo vende a 12,00 euro.


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