Sono un appassionato di moto. Appartengo alla classe ’84 e ho imparato a conoscere le due ruote gradualmente. Non sono un corsaiolo e mal digerisco i club e le associazioni motociclistiche perchè ho un’indole piuttosto solitaria e quindi prendo le uscite in gruppo a piccole (e rare) dosi. Della moto amo la sua capacità di trasmettere emozioni ma anche il suo potere di far socializzare le persone. Considero, per questo motivo, estremamente civile il saluto tra motociclisti (cosa di cui assolutamente non mi privo). Non ho automobile, nè bicicletta. Il mio mezzo di spostamente principale è lo stesso di cui mi sono innamorato anni fa. Nel corso del tempo ho cambiato diverse moto, ve le mostro dalla più recente alla più vecchia.

 

U.S.S. EXPLORER: la quarta moto

 

 

Splendido esemplare della casa BMW, si tratta di un F800GS del 2009 con computer di bordo, manopole riscaldate e altri piccoli gadget aggiunti da me. Il cambio rispetto le precedenti (tutte naked) è stato determinato da una svolta nella mia vita che mi ha portato ad adottare una guida più tranquilla e più idonea al viaggio.

U.S.S. FALCON: la terza moto

 
 
Innamorato della Z ho ripetuto l’opera e l’ho comprata nuova. “Perché ?” direte voi. Semplice, non me la sono goduta abbastanza e, questo nuovo modello, come potrete notare dalla foto (benché scattata di notte), ha una peculiarità. Il motore non è più nero e metallo ma solo nero. Su questa moto ho veramente poco da dire, tranne che il mio amore continua ed è più forte di prima.
 
 

U.S.S. METIS: la seconda moto

 
 
Entrai dal concessionario Kawasaki perché fui ingannato da una foto della er-6n che poi, dal vivo, non trovò il mio consenso. Quasi per caso mi girati e la vidi lì, ferma, muscolosa, aerodinamica e aggressiva. Massiccia e pronta a mangiare asfalto.
Metis (dea della saggezza…indovinate chi ha scelto il nome?) era una Kawasaki Z750. Molti conoscono per fama questa moto. Leggera, stabile, aggressiva sia a bassi giri che in “alte frequenze”. Metis ebbe un destino infelice: dopo un anno e due giorni mi fu rubata. Sotto casa nel giorno dell’alluvione di Roma. Metis fu la prima moto a cui iniziai a fare manutenzione da solo. Niente di che, lavaggio della catena, copri pignone, insomma piccole cose che feci con piacere per questa splendida moto. Di seguito alcune foto del prima e dopo il lavaggio del copri pignone.
 
 

U.S.S. MINERVA: la prima moto

 

 

Una Suzuki SV650 del 2009 con 8 passaggi di proprietà. Amichevolmente era definita una “prostituta” perché era andata indistintamente con tutti: giovani, adulti, uomini, donne ma era fantastica. Il nome nacque dall’unione di due passioni: Star Trek (che amo per il concetto di “esplorazione”) e la storia greca. Il nome Minerva fu dato dalla mia ragazza in quanto era dea della saggezza (un messaggio subliminale femminile). Il logo sulla coda è stato disegnato dalla mia ragazza
Minerva ha avuto la vita di circa due anni e mi ha accompagnato in avventure uniche che, probabilmente, vi racconterò. Ha retto climi impossibili, con temperature ampiamente sotto zero e mi ha portato su territori che avrebbero fatto comodo solo ad un GS o ad un Transalp.
 
 

Fu lei a farmi innamorare del tutto delle moto e a trasformarmi in un vero motociclista perché, essendo una moto vecchia, era piena di difetti. La sospensione anteriore era morbida dalla fabbrica ma la vecchiaia l’aveva resa ancora più molle. La frizione mi ha sempre dato alcuni problemi ma, nonostante questo, me ne innamorai così tanto da far incidere il suo nome e il suo logo sul serbatoio e la coda (come da foto). Quando me ne liberai la chiamavo “vecchia signora” ma trovò subito un altro spasimante e destino a voluto che, per un po’ di tempo dopo la vendita, alcune persone che la conoscevano la videro girare per Roma.

 

 


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