Garmin Zumo XT: recensione

Alla fine è arrivato l’ultimo nato di casa Garmin per il motociclismo: il Garmin Zumo XT. In molti avrete visto recensioni, video esplicativi, test sul campo ma oggi io l’ho provato e all’inizio l’ho bloccato! Vi racconto com’è questo navigatore secondo me.

L’installazione

L’installazione del XT è semplificata rispetto a quella del vecchio LM595 perchè i cavi di alimentazione sono due (fase e neutro). Dall’altro capo c’è lo spinotto di alimentazione che si avvita al craddle della Garmin; non ci sono più jack audio/microfono, porte USB, ingombranti (ed inutili) cablaggi. Solo un semplice cavo protetto da una scatolina nella quale è contenuto un fusibile. Mi sono armato di santa pazienza e ho fatto una saldatura (non troppo bella) per attaccare i cavi alla presa di servizio BMW in modo che il navigatore fosse sotto chiave. Il mio consiglio è quello che danno tutti: non attaccate il vostro navigatore direttamente alla batteria!

La prima accensione

La configurazione richiede un po’ di tempo perchè vi serviranno diverse applicazioni per sfruttare a pieno questo navigatore. In particolare:

  • Garmin Drive per la comunicazione con il navigatore.
  • Garmin Explore per consentire di scoprire punti d’interesse da inviare al navigatore.

Ma prima di ogni cosa vi occorrerà un account Garmin per consentire al navigatore di sincronizzare i punti d’interesse che avrete catalogato.

E BaseCamp?

Passa in secondo piano perchè i punti d’interesse li troverete in questo modo e BaseCamp vi occorrerà solo per una catalogazione offline di tracce e waypoints, o per la pianificazione di itinerari complessi. Per certi versi è tutto più semplice e per altri vi verrà richiesto uno sforzo iniziale non indifferente per catalogare, ordinare e usare correttamente tutti i vostri punti d’interesse.

Il test drive ed il blocco

Chiaramente i test vanno fatti bene. Ho provato a caricare 756 tracce per un totale di 31542 km e il navigatore si è bloccato o meglio, l’icona della moto correva più veloce di quanto si disegnasse la mappa sullo schermo. Risultato? Viaggiavo senza ausilio cartografico. Il motivo era che, trovandomi su una strada con poco campo e con una mole non indifferente di dati, il navigatore cercava di reperire ed elaborare le oltre settecento tracce. Arrivato al bar che mi ero dato come punto di destinazione, ho liberato la memoria e l’unità (che nel frattempo era divenuta bollente) si è sbloccata e ha ripreso a funzionare.

👍🏻Il test di Garmin Explore è stato un successo!

Durante il tragitto mi sono accostato e ho cercato e aggiunto un waypoints puntando la mappa. Nessuna difficoltà, la transizione cellulare-navigatore è stata pressoché istantanea.

👎🏻La vera nota dolente è il craddle di aggancio

Premi un tasto e il Garmin cade rovinosamente a terra

Garmin cosa avete combinato? Nel vecchio Zumo LM595 quando si sganciava il navigatore, questo si inclinava leggermente in avanti senza cadere ma sconnettendosi dall’alimentazione. La Garmin ha riprogettato completamente l’attacco: adesso quando premerete il pulsante di sgancio, il navigatore precipiterà per terra verticalmente senza alcun tipo di dubbio. Credo che qualcosa non abbia funzionato in Garmin quando hanno rivisto il craddle di aggancio perchè questa soluzione, benché più piccola è decisamente meno logica e intelligente.

Breve video recensione


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *