Come ogni motociclista che si rispetti, quando comprai la prima moto dissi in modo perentorio:

«No! Lei sarà la mia prima e unica moto! Ne sono follemente innamorato!»

Non fu così. Ad oggi ho avuto tre fantastiche ragazze al mio fianco e tutte e tre hanno un posto speciale nel mio cuore ma le loro storie sono ancora più belle e quindi permettetemi di raccontarvele per condividere con voi la mia passione. U.S.S. MINERVA: la prima moto

Il serbatoio di Minerva
Una Suzuki SV650 del 2009 con 8 passaggi di proprietà. Amichevolmente era definita una “prostituta” perché era andata indistintamente con tutti: giovani, adulti, uomini, donne ma era fantastica. Il nome nacque dall’unione di due passioni: Star Trek (che amo per il concetto di “esplorazione”) e la storia greca. Il nome Minerva fu dato dalla mia ragazza in quanto era dea della saggezza (un messaggio subliminale femminile).
Il logo sulla coda è stato disegnato dalla mia ragazza
Minerva ha avuto la vita di circa due anni e mi ha accompagnato in avventure uniche che, probabilmente, vi racconterò. Ha retto climi impossibili, con temperature ampiamente sotto zero e mi ha portato su territori che avrebbero fatto comodo solo ad un GS o ad un Transalp. Fu lei a farmi innamorare del tutto delle moto e a trasformarmi in un vero motociclista perché, essendo una moto vecchia, era piena di difetti. La sospensione anteriore era morbida  dalla fabbrica ma la vecchiaia l’aveva resa ancora più molle. La frizione mi ha sempre dato alcuni problemi ma, nonostante questo, me ne innamorai così tanto da far incidere il suo nome e il suo logo sul serbatoio e la coda (come da foto). Quando me ne liberai la chiamavo “vecchia signora” ma trovò subito un altro spasimante e destino a voluto che, per un po’ di tempo dopo la vendita, alcune persone che la conoscevano la videro girare per Roma.
U.S.S. METIS: la seconda moto
Entrai dal concessionario Kawasaki perché fui ingannato da una foto della er-6n che poi, dal vivo, non trovò il mio consenso. Quasi per caso mi girati e la vidi lì, ferma, muscolosa, aerodinamica e aggressiva. Massiccia e pronta a mangiare asfalto.
Metis (dea della saggezza…indovinate chi ha scelto il nome?) era una Kawasaki Z750. Molti conoscono per fama questa moto. Leggera, stabile, aggressiva sia a bassi giri che in “alte frequenze”. Metis ebbe un destino infelice: dopo un anno e due giorni mi fu rubata. Sotto casa nel giorno dell’alluvione di Roma. Metis fu la prima moto a cui iniziai a fare manutenzione da solo. Niente di che, lavaggio della catena, copri pignone, insomma piccole cose che feci con piacere per questa splendida moto. Di seguito alcune foto del prima e dopo il lavaggio del copri pignone.
 
U.S.S. FALCON: la terza moto
Innamorato della Z ho ripetuto l’opera e l’ho comprata nuova. “Perché ?” direte voi. Semplice, non me la sono goduta abbastanza e, questo nuovo modello, come potrete notare dalla foto (benché scattata di notte), ha una peculiarità. Il motore non è più nero e metallo ma solo nero. Su questa moto ho veramente poco da dire, tranne che il mio amore continua ed è più forte di prima.

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