Ci siamo, giorno della partenza, giorno da bollino nero sulle autostrade. Milioni di italiani in fila su lingue d’asfalto bollenti per affrontare il primo esodo per le vacanze e noi, questa volta, con loro in direzione IVREA ma prima di continuare permettetemi di dedicare questo viaggio ad una fan unica: mia zia Luisa che, dal viaggio dell’anno scorso, non mi ha mollato un solo giorno facendo il tifo e sopportandomi. Daje zia!

Vi consiglio di premere “play” e ascoltare questo brano mentre leggete. È molto bello e mi ha ispirato.

È passata la mezzanotte, guardo fuori dalle finestre della veranda. Roma è silenziosa, il cervello corre oltre i confini del mio Paese, ricordo il viaggio in Francia e la promessa fatta a mia madre. Ricordo la sensazione provata su Col de Belein, di aver raggiunto i confini del mondo. Del mio mondo. In un luogo dove tutto era pace e dove sarei potuto sparire. Questa volta è la Svizzera e ora possiamo dirlo, questo viaggio è una follia. Una media di 350 km al giorno a tappe forzate per vedere quanto più possibile e con la compagnia della mia ragazza (progettista dell’itinerario ma non motociclista). Questa follia durerà fino all’11 agosto, data in cui dovremmo essere di ritorno a Roma (o a Milano per vedere l’Expo ma comunque in Italia).

Vi confesso che sono preoccupato per il chilometraggio in una terra che promette bene ma fino ad un certo punto perché, a quanto abbiamo visto dai prezzi, specula pure sull’aria che respirano ma c’è solo un modo per scoprire la verità: vivere il viaggio. Tutto il resto sono pregiudizi e congetture. No, quelle non le voglio con me.

Abbiamo due piccole borse a testa, tanta buona volontà e molta speranza. Abbiamo la voglia di vivere insieme questo momento, di fare qualcosa di fisico ma assieme. Abbiamo voglia di misurarci con una prova sostenibile.

Parto sapendo che i miei amici stanno bene. Chi al mare e chi con la sua famiglia e questo è importante. Chi in viaggio di nozze e chi pronto a sposarsi. C’è anche chi sta scoprendo, suo malgrado, una realtà nuova ed in un certo senso speciale. A te, amico mio, va il mio abbraccio più forte anche se forse non leggerai mai questo post. C’è chi ha le ginocchia grandi e chi le zampe piccole (scusate la digressione dovuta). Mi mancherete. A differenza della Francia non avrò la connessione cellulare, non potrò rispondere a messaggi, né ad email senza arrivare in albergo. Non sono certo di riuscire a scrivere ogni giorno, ma proverò. Questa volta avrò con me anche la videocamera GoPro Hero 3 e spero di girare qualche filmino che, temo, vedrete solo al mio ritorno (darò la precedenza alle foto).

Voglio rispondere a quanti mi hanno chiesto se fossi sicuro di voler intraprendere questo viaggio con la mia ragazza. La risposta è “sì” perché senza di lei questo itinerario non ci sarebbe stato e perché sento che è un importante momento di crescita per entrambi. Non ho mai pensato di annullare per una nostra incompatibilità, no…lei è più folle di me.

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Poche ore fa sono andato in garage a caricare la moto. Anche lei merita un commento: era lì, grande, immersa nel buio come fosse concentrata. Tutte le operazioni di carico sono state fatte nel silenzio più totale. La realtà si è confusa con i ricordi. Aprire il bauletto laterale e ricordare di quando lo riempii di bottiglie d’acqua da portare a mia madre che era in ospedale. Di quella corsa, l’ultima e la più difficile, fatta tagliando semafori e strade, correndo tra siepi e aiuole, pur di arrivare in tempo. Mentre il motore gridava tutta la sua forza tirandomi verso quella stanza. Una notte surreale. Guardo quei fari dalla forma irregolare che hanno illuminato la mia strada in qualsiasi condizione. Quelle ruote che mi hanno portato fuori dal nubifragio sul Frejus.

So di essere pronto. Ancora una volta.

E poi…poi penso a lei. La persona che ho scelto, che ho voluto accanto e che, ancora una volta, condivide con me questa piccola impresa. Abbiamo litigato come sempre. Abbiamo “sanamente litigato” perché alla fine sarebbe noioso non farlo. Non ne siamo capaci, siamo troppo testardi e poi dopo la lite è bellissimo guardarsi e rendersi conto dei propri sbagli e crescere assieme. Perché davanti a tutte le mie difficoltà, lei è come “la prima del cambio della macchina”: forte da tirarti fuori da qualsiasi pantano e con me di forza ce ne vuole.

È ora che vada, tra poche ore dovrò essere in sella. Spengo le luci, buonanotte a tutti, la nostra avventura inizia ora. Restate con noi.


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